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			buona sostanza, il ritratto è un modo per entrare nelle persone,
			per indagare tra i vari strati sociali: è di fatto lo studio di
			una società e di un costume.A volte lo spettatore tende a
			confondere il significato del ritratto riducendolo al mero
			riscontro fisionomico: “Sembra una foto”, si sente spesso
			dire. E’ invece importante giungere ad una comprensione
			psicologica ed estetica dell’opera.
 Esemplare a questo
			proposito è il ritratto di Papa
			Giovanni XXIII.
			Per eseguire questo tondo non mi sono limitato ad estrapolare i
			dati somatici (il Papa buono è universalmente conosciuto), ma ho
			cercato attraverso una mia tecnica particolare di glorificarne la
			figura. I colori che a volte compaiono per trasparenza
			intersecandosi con i colori in primo piano conferiscono
			all’immagine un senso magico, onirico, un’alternanza tra
			presente e passato, tuttavia con un forte legame con la realtà
			ricavabile dagli inequivocabili tratti somatici ed al riferimento
			preciso all’evento epocale della sua enciclica.
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 | Nelle
			opere di questo pittore si alternano numerose tecniche, dal
			disegno puro in bianco e nero ai pastelli, dall’olio agli
			affascinanti connubi tra grafica e disegno. Ma si alternano anche
			maniere più particolareggiate come nei tondi, dove è utilizzata
			una speciale carta trasparente, dipinta da un lato, incollata su
			tavola e ripresa dall’altro. E’ un metodo che crea effetti
			dalla grande poeticità e delicatezza; spesso la carta è lasciata
			leggermente increspare: così facendo si delineano suggestioni che
			fanno rimembrare in modo evocativo le sembianze di un
			affresco.Quello di Cavazzon è un rappresentare che pur
			avendo il suo fulcro nella ritrattistica, non si limita alla
			visione realistica del dato oggettivo: ogni volto è carico di
			espressioni e ciò è la spia di come questo artista penetri ad
			indagare gli stati d´animo ed i moti interiori più profondi
			dell’uomo.
 Carlo Sala, da
			“Giovanni Cavazzon, tra rigore ed ironia”
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