Giovanni Cavazzon
Testi critici


CARLO SALA
Giovanni Cavazzon, tra rigore ed ironia

Al centro della ricerca pittorica di Giovanni Cavazzon vi è certamente la figura umana, ricca di sfaccettature, riferimenti iconografici e virtuosismi tecnici. In particolare, l´artista si configura come uno dei maggiori ritrattisti della sua generazione.
Nella sua ormai lunga carriera artistica egli sperimenta più tematiche, ma il ritratto è un´ombra parallela che accompagna ogni passo artistico. Nelle figure si nota un grande rigore tecnico; i tratti delle persone rappresentate sono creati con due costanti, il segno (anzi di-segno) e il colore: questi però non hanno lo stesso valore intrinseco, perché il secondo è strumentale al primo. E’ un segno che resta perfettamente delineato, che crea a volte effetti sfumati, a volte plastici, senza mai scomporsi.
Nelle opere di questo pittore si alternano numerose tecniche, dal disegno puro in bianco e nero ai pastelli, dall’olio agli affascinanti connubi tra grafica e disegno. Ma si alternano anche maniere più particolareggiate come nei tondi, dove è utilizzata una speciale carta trasparente, dipinta da un lato, incollata su tavola e ripresa dall’altro. E’ un metodo che crea effetti dalla grande poeticità e delicatezza; spesso la carta è lasciata leggermente increspare: così facendo si delineano suggestioni che fanno rimembrare in modo evocativo le sembianze di un affresco.
Quello di Cavazzon è un rappresentare che pur avendo il suo fulcro nella ritrattistica, non si limita alla visione realistica del dato oggettivo: ogni volto è carico di espressioni e ciò è la spia di come questo artista penetri ad indagare gli stati d´animo ed i moti interiori più profondi dell’uomo. Talvolta nella stessa opera vi è la ripetizione della stessa figura due o tre volte, descritta in pose - e a volte con colori - differenti, a fissare nelle varie trasposizioni i differenti stati interiori dello stesso soggetto. 
Sonno opere ricche di simboli e riferimenti: mai nessun oggetto è inserito a caso e tutto è velato da una vena colta e ironica. Il quadro "Sensini and family" è buon esempio. Infatti c´è una tendina che non è dipinta, ma realmente applicata: lo spettatore può tirarla e far sì che l´immagine pittorica venga coperta. Tramite l’artifizio artistico viene creata una nuova privacy a quella scena familiare, perché l´immagine è sì sotto lo sguardo dello spettatore - quindi esposta al pubblico - ma allo stesso tempo è carica di intimità.
I dettagli hanno sempre un motivo sotteso che trascende la pura forma. Il ritratto di un professore di lettere è triplicato e ad esso sono aggiunti riferimenti simbolici: egli tiene in mano un tomo, simbolo del sapere; in una delle altre trasfigurazioni ne è disegnato il busto con un sapore austero che ricorda le rappresentazioni del Vate.
Anche l´autoritratto del 1993 è carico di eclettismo artistico. L´opera non è infatti delimitata da un´elegante cornice, ma è avvolta dal legno e dal polistirolo a ricordarci gli imballaggi. Questo "gioco creativo" simboleggia che tale opera, ed altre realizzate con questo linguaggio, sono destinate a viaggiare per essere a disposizione dei futuri fruitori. E’ un lavoro che sembra un omaggio al grande artista francese Arman, specie per l´inserimento nel dipinto di un pennello, che crea un effetto installativo. Tale oggetto ha però nei due artisti una valenza profondamente differente. Nel primo potrebbe essere un chiaro esempio di maniera legata alle poetiche del Nuoveau réalisme. Per Cavazzon invece è simbolo dell’artista vero, legato alla manualità, che attribuisce ancora un grande valore alla tecnica, quasi ad andare contro tendenza in un mondo dell’arte che purtroppo nega il mestiere, per imporre effimeri poverismi.
Il fascino della ritrattistica di questo pittore si vede appieno in alcune opere realizzate solo con la matita. Con un´abilità tecnica disarmante sono creati effetti dalla grande poesia, ricchi di profondità, velature e giochi prospettici. Il contrasto tra il disegno e il candore del foglio crea degli esiti luminosi, specie negli occhi dei personaggi, che fanno vibrare il cromatismo.
Sono ritratti che vivono, che sconfessano la staticità tradizionale. Si percepisce l´affinità che essi hanno con una trascorsa attività di scenografo, per come egli sa porre in contatto lo spettatore con la figura rappresentata.
E’ un´arte, quella di Cavazzon, che pone le sue basi in una secolare tradizione di ritrattistica. Pur se alcune forme sembrano essere affini a concezioni delle scuole "anacronistiche" del Novecento, queste ultime sono superate, perché questo artista sa andare oltre: sa attualizzare una concezione di fare arte antica; sa utilizzare un linguaggio legato al figurativo, ma ricco d´innovazioni, rendendolo sensibile alle istanze d´oggi.


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